14 Novembre 2021

Super bonus edilizio: da una buona idea, all’applicazione disastrosa

A ormai 18 mesi dal fatidico aprile 2020 a che punto siamo con il “superbonus 110%”?

La premessa è d’obbligo, l’idea di fondo era ed è corretta, efficientare un patrimonio edilizio particolarmente vetusto o costruito in fretta dopo la seconda guerra mondiale o costruito “male” negli ultimi decenni.

L’aspetto di consumo energetico si inizia ad affrontare con lo shock energetico degli anno 70, tutto sommato con scarsi risultati pratici se non un aggravio di documentazione di progetto, che generalmente veniva disattesa in fase di cantiere.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, edifici particolarmente energivori, sia d’inverno che sempre più d’estate. Oltre che produrre un confort abitativo particolarmente basso.

Quindi è corretto che uno Stato individui delle priorità: risparmiare sugli edifici permette un risparmio e una riduzione dei costi verso i nostri fornitori di gas o petrolio e in secondo luogo non meno importante, spingere ad efficientare, permette una miglior qualità della vita all’interno degli ambienti degli edifici.

C’è poi l’aspetto applicativo, assolutamente “non gestito” che a distanza di 18 mesi pone dei seri dubbi sulla possibilità di intervenire in particolare sugli edifici unifamiliari.

Dagli albori delle norme non è passato giorno che i Ministeri, Enea, Agenzia delle Entrate, abbiano ventilato sui giornali o risposto ad interpelli in modo alternativo o fatto di notte (ultima l’11 novembre scorso) modifiche continue che stanno affossando l’idea originale.

Non ultimo il mancato controllo serio dei prezzi e degli approvvigionamenti delle materie da utilizzare nei cantieri.

E manca la “vision” dell’idea efficientamento: 1) un intervento di così ampia portata non poteva essere calato su un periodo così breve di esecuzione, 2) se parliamo di vero efficientamento meglio agire sull’involucro o agire sull’impiantistica?

Perché da quello che si vede in giro se efficientare significa installare pannelli fotovoltaici, ci sarà da divertirsi nei prossimi anni.

Sbagliare intervento diventa anche un problema etico, che i parlamentari non si son posti: i costi di scelte sbagliate le paga anche chi non usufruirò degli incentivi, o di chi si è appena fatto casa senza poter sfruttare nessuna agevolazione.

In conclusione, gran bella idea in origine, ma arrivata al capolinea senza aver raggiunto lo scopo. Ed avendo arricchito i più furbi.